La noia
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LA NOIA
La noia,
infinita,
effimera,
la mente mi tormenta
e tregua non lascia,
cosi’ mi sembra.
Piano piano avanza,
silenziosa ma inesorabile.
Ammutolisce il pensiero,
la mente si assopisce,
le membra si abbrutiscono.
Ma d’improvviso la scintilla,
scaturita dal nulla,
quasi per caso,
o forse cercata,
la noia e’ vinta
ed io credo di non aver sciupato il tempo.
IL TUO NOME
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IL TUO NOME
Quando tu scendi tutto rendi vago,
i profumi tutti rendi simili,
tutto avvolgi e tutto nascondi,
ma solo a chi non ti capisce.
Il reale lascia il posto al surreale,
il tutto al nulla,
un nulla fatto d’inganni e di finzioni
e forse anche di celate illusioni.
La malinconia e’ il tuo sentimento,
il grigio il colore dominante;
sei musa di poeti
e di pittori strumento.
A me appari come un malmesso muretto,
ad offuscare lo sguardo,
fin quando non giunge in soccorso l’olfatto,
che compensa la lacuna.
Non piu’ il corpo
ma la mente mi avvolgi,
di ricordi mi tempesti,
d’incertezze mi tormenti.
Socialmente sei carente,
poiche’ evochi la solitudine,
sei muta e silente,
immobile ma vagante.
Pochi ti comprendono e ti amano,
molti ti deridono e ti odiano:
Nebbia e’ il tuo nome!
LA MORTE
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LA MORTE
Il sogno ritorna sogno,
il nulla ritorna nulla,
dolcemente ci addormentiamo
e la mente non se ne accorge.
Il corpo resta li’,
come fosse un bozzolo,
ma la farfalla e’ volata via,
verso un fiore profumato
chiamato sogno.
LA MENTE
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LA MENTE
Mente,
labirinto d’idee
squisito e meraviglioso e’ perdersi in te.
Dimentico del filo d’Arianna,
sempre mi sperdo,
per trovare cunicoli mai visti,
e a fatica riesco a tornare indietro.
Difficile e’ pero’ raggiungere
La fiammella della mia anima.
Spesso la scorgo,
ma quando la sto per toccare,
ecco che mi sfugge
in una parte piu’ recondita.
Sono costretto a tornare indietro
e a ricominciare.
Ma nulla di tutto questo e’ vano!
NEVICA
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NEVICA
Nevica.
Sta cascando il silenzio:
perche’ la natura si deve addormentare,
come un innocente fanciullo.
Scendono lentamente
candidi fiocchi
come le carezze
di un’amorevole mamma
e le folate di vento gelido
somigliano alle sue dolci ninne nanne.
Come la chioma del bimbo
giacciono silenti
alberi e cespugli tutti;
ed il respiro si fa piu’ lento
come il corso di ruscelli e torrenti.
Mi addentro nel bosco,
in punta di piedi,
quasi per fare meno rumore,
come se fossi il sogno di questo fanciullo.
Poi cala la notte
e dal cielo sereno
spuntano le stelle.
Come gli occhi severi del babbo
lanciano sguardi
di bonaria protezione.
UN CHIARORE
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UN CHIARORE
La sera,
in lontananza,
scorgo il chiarore
di una finestra illuminata.
Solitario ti ergi dal buio
quasi a volermi dire:
“Non andare a letto,
voglio ancora dirti qualcosa”.
Cosi’ aspetto
fino all’ultimo momento
e mentre la saracinesca scende,
il mio sguardo ti segue
fino alla fine
finche’ non scompari.
Dietro di te,
mentre altri si sono gia’ arresi al sonno,
sempre piu’ dall’oscurita’ accerchiato,
altre vite che pulsano,
forse con i miei stessi problemi:
il cuore trabocca di felicita’,
gli occhi si cerchiano di lacrime.
UN MISTERO
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UN MISTERO
L’infinito
ci tormenta
col finito.
L’INEVITABILE
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L’INEVITABILE
Circondato dal silenzio,
folgorato dall’idea,
assisto impotente
all’evolversi
del mio tempo.
MUGELLO D’AUTUNNO
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MUGELLO D’AUTUNNO
Profumo di stoppie
d’ottobre bruciate
dinnanzi ad un pallido orizzonte
immobile
un’ombra
avvolta dal fumo,
assiste attenta
il suo focherello.
Forme diverse
geometrie impazzite,
volgi lo sguardo
cambia la scena
come quinte teatrali.
Calato e’ il sole:
i colori e i profumi,
le brume d’autunno,
il fumo sospeso,
si fondono nell’irreale.
E’ il momento
di respirare
con gli occhi.
Novembre e’ alle porte,
la notte e’ ormai giunta,
il fuoco si e’ spento
e l’ombra grigia,
silenziosa
se ne va.
PARAGONE
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PARAGONE
….E come nuvole,
bianche,
grigie,
rosa,
dal vento
sospinte,
solcano
veloci
il cielo azzurro,
scomparendo
per poi
riapparire
di forme
e colori
diversi….
….Cosi’
i pensieri
rapidamente
nella mente
si spostano,
per scomparirvi
repentinamente,
e in qualsiasi momento,
inaspettatamente,
tornare vivi,
come prima,
o, forse,
mutati,
arricchiti…..
STORMI
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STORMI
Stormi di colori
uguali,
ma in me diversi
come uccelli migratori
disegnano,
a volte solo abbozzano,
le forme dei miei pensieri
lasciando la materia
ammutolita,
dal silenzio dell’estasi.
LA MEMORIA DEL TEMPO
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LA MEMORIA DEL TEMPO
Voltandosi,
indietro,
e’ tutto sfuocato.
Guardando
in avanti,
e’ tutto nebbioso.
Intorno a noi
un breve istante
di nitidezza.
L’OMINO
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L’OMINO
Non seppi mai chi fosse
ne’ dove andasse,
ma
nelle solatie giornate
eccolo
alto e magro
spuntar da una curva di Rostolena
quell’omino
radioso come il sole,
di passo lesto e deciso,
il giubbetto sempre aperto,
la sciarpa rosso-scozzese
di fanciulleschi ricordi,
il bastone ricurvo
stretto a meta’
nella mano
e, forse,
nella tasca dei pantaloni di velluto
un fazzoletto di stoffa
meticolosamente piegato dalla fragranza di bucato.
Sorridi mentre cammini
circondato dal meraviglioso ch’e’ in te,
nell’armonia della natura
sembra che ti sperda
nella sublimazione di essa,
elargendo ad estranei
saluti.
E
mentre mi usi questa cortesia
scompari dietro la curva
lasciandomi
solo
il tempo
per un banale cenno.
Mi specchio
nel tuo sguardo
di uomo giusto
cogliendo l’ottimismo
della tua tenera
semplicita’ di fanciullo.
Anche se
ignorero’
per sempre
chi tu sia
e dove vada.